Alla scoperta dell’esoterismo a Torino

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Alla scoperta dell’esoterismo a Torino

Torino è detta anche “città magica” per via dei numerosi misteri che caratterizzano monumenti e palazzi: ecco cosa vedere

Praga by night

Stai cercando un po’ di esoterismo a Torino? Ci sono moltissimi posti nella città dal significato nascosto, che in pochi conoscono. Torino è infatti soprannominata “la città magica”, perché ad essa sono legate miti e leggende di culti esoterici. La città è nota per essere una delle punte del triangolo di magia bianca (con Praga e Lione) del mondo. Costruita nel punto in cui il fiume Po (che indicherebbe il Sole) e la Dora (che sarebbe invece la luna) confluiscono, sarebbe dotata di “porte” nei punti cardinali. Inoltre il 45° parallelo passa per il centro della città e questo accumulerebbe una grande quantità di magia positiva.

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A Torino l’esoterismo è presente anche in diversi monumenti sparsi per la città, chiese e persino nella Mole Antonelliana. Ci sono dei punti rappresentativi della magia bianca (quella buona) ma altri della magia nera (maligna). Infatti per anni le messe nere sono state un problema per l’amministrazione cittadina, che ha dovuto chiudere il Mausoleo della Bela Rosin, oggi ristrutturato in biblioteca. In realtà, sparsi per la città ci sono simboli magici, mascheroni, draghi, meduse, serpenti che si sporgono dai meravigliosi edifici del centro storico.
Ad esempio, in via Lascaris c’era in passato una Loggia Massonica. Alla base del palazzo, oggi sede di una banca, si trovano delle strane fessure a forma di occhi, che dovevano essere dei punti di sfiato e/o di illuminazione per i locali nel sottosuolo. Negli anni, a causa della loro strana forma, si è diffusa la credenza che si tratti degli occhi del diavolo. Non c’è angolo di Torino che non sia magico: ecco i luoghi più suggestivi da non perdere.
Torino esoterica: le storie della fondazione

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Ci sono diverse storie dell’origine di Torino esoterica, che pare sia sempre stata circondata da un’aura magica. Alcuni riportano il mito di Fetonte, risalente ai tempi degli antichi-egizi: figlio di Iside, la dea della magia, fondò Torino intorno al 1529 a.c. e alla città venne dato questo nome perché Cecrope, re di Atene, iniziò a immolare tori a Giove, dopo che questi si era unito a Io, che in seguito alla sua morte venne chiamata Iside. A sostenere questa tesi la coincidenza che la città sorge dove confluiscono quattro fiumi, e l’acqua, per tutte le religioni, specialmente per quella egizia e greca, è simbolo di purificazione.
Seguendo invece una seconda versione, forse più veritiera, Torino venne fondata dai romani nel 28 a.C. per volere di Augusto, con il nome di Augusta Taurinorum, città eretta a presidio di confine dell’impero. All’epoca la città era divisa in nella zona occidentale, dove sorge il sole, quindi a rappresentanza del lato più benigno del territorio, e nella zona occidentale, dove invece vi è il tramonto e nascono le tenebre: qui venivano sepolti e crocifissi i condannati. Ecco perchè ancora oggi chi crede a queste leggende divide la città in due zone, una nota per il bene e l’altra per il male che sprigiona.
Mole Antonelliana
Tra i monumenti a Torino la Mole Antonelliana è sicuramente quello più famoso. Vero simbolo della città di Torino, è l’opera più conosciuta dell’architetto Antonelli. Oltre ai significati più conosciuti, la Mole è uno dei simboli esoterici di magia bianca del capoluogo piemontese. Secondo gli esperti di esoterismo la Mole sarebbe un’enorme antenna che irradia l’energia positiva presa dal sottosuolo di tipo maschile (quella femminile è invece collegata alla Gran Madre) in grado di fare da equilibratore.

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Una leggenda che riguarda la Mole vuole che custodisca il Sacro Graal, in quanto la statua della Fede davanti alla Gran Madre avrebbe lo sguardo rivolto proprio verso l’edificio. Inoltre, la Mole rappresenta uno dei tanti simboli massonici italici, infatti Alessandro Antonelli, l’architetto che ne iniziò la costruzione nel 1863, era un massone.
Infine, Nietzsche vide nella Mole l’immagine di Zarathustra. In una sua lettera scritta quando era a Torino, infatti, il filosofo riporta di averla “Battezzata Ecce Homo” e di averla “circondata nello spirito con un immenso spazio“. Secondo il suo biografo, Anacleto Verrecchia, Nietzsche amava pranzare nei dintorni della Mole per goderne dei benefici influssi.
La Gran Madre di Torino
La Gran Madre è una delle chiese più belle di Torino ed è considerata come un forte punto di magia bianca. Si dice che qui sia sepolto il Sacro Graal. A sostegno di questa teoria contribuiscono le due statue poste davanti alla chiesa: una di queste rappresenta la religione, l’altra invece incarna la fede, in quanto regge una coppa (che simboleggia appunto il Sacro Graal). Si dice che lo sguardo della prima indichi il percorso da seguire per trovarlo (forse alla Mole Antonelliana, ma potrebbero anche essere il Palazzo di Città o Moncalieri, nel Medioevo frequentata dai Templari).
Infine c’è da considerare il nome inusuale per un luogo di culto cristiano, in quanto evoca una pagana Grande Madre, intesa come madre di tutti i viventi, alla base di tutti i culti misterici dell’antichità.

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Piazza Solferino e la sua fontana
La fontana Angelica di Piazza Solferino è una fontana in bronzo che racchiude in sé la cultura massonica. Tra le quattro statue, le due maschili rappresentano l’autunno e l’inverno ed entrambi versano l’acqua dagli otri, simbolo di conoscenza. Metaforicamente parlando, rappresenterebbero il primo step che gli iniziati massonici devono compiere per completare il percorso massonico. Pare che rappresentino anche i due sostenitori delle colonne di Ercole, oltre le quali gli antichi credevano vi fosse l’infinito. Le figure femminili invece rappresentano la primavera e l’estate, l’amore sacro e l’amore profano.
La fontana, opera del 1929, doveva essere collocata davanti al duomo cittadino ma incontrò l’opposizione della chiesa, a causa proprio delle simbologie non gradite. Era forse noto che la fontana era stata voluta da due massoni, Paolo Baiotti, ministro di Casa Savoia e Giovanni Riva?
Piazza Statuto a Torino
Piazza Statuto a Torino è un luogo considerato negativo, in quanto coincide con il vertice del triangolo di magia nera di cui la città farebbe parte con San Francisco e Londra. Pare inoltre che gli antichi romani avessero collocato in questa zona della città la necropoli e la vallis occisorum, ovvero il patibolo dove venivano giustiziati i criminali.

Alla scoperta dell’esoterismo a Torino

Ad aggiungere caratteristiche negative a questo luogo ci pensa poi lo snodo centrale delle fognature posto al centro della piazza che, nell’antichità, venivano chiamate “cloache” ossia “bocche dell’inferno”.
Il monumento più famoso di questa piazza, la fontana del Traforo del Frejus, pare sia suscettibile di un’interpretazione diversa dalla versione tradizionale, che vuole che questo monumento sia un omaggio ai minatori caduti duranti i lavori del traforo: per gli illuminati il Genio Alato rappresentato in cima è la personificazione di Lucifero, che guida le forze dell’oscurità, guardando con aria di sfida le forze benigne, ossia l’oriente, simbolo di luce e nascita.
Inoltre in precedenza sulla sua testa era collocata una stella a cinque punte che poi fu rimossa: forse un terzo occhio? Infine nella piazza si trova anche l’obelisco geodetico, che sta a indicare il passaggio del 45° parallelo che, per gli esperti di magia, indica il centro delle potenze maligne della città.
Il portone del diavolo a Torino
Il portone del diavolo a Torino del Palazzo Trucchi di Levaldigi in via XX Settembre presenta un batacchio centrale che raffigura il demone con due serpenti mentre scruta chiunque bussi alla porta. Per questo è meglio conosciuto come il Portone del Diavolo, un luogo che sarebbe carico di energia negativa e attorno al quale si narrano tante leggende.

Alla scoperta dell’esoterismo a Torino

Quella più inquietante è sicuramente la storia dell’origine del portone: molti infatti raccontano che questo sia comparso improvvisamente in una notte, durante la quale un apprendista stregone invocò inutilmente Satana, che lo imprigionò per sempre dietro la porta.
Il portone pare fu installato in una notte, alimentando così leggende come quella che fosse opera del diavolo. Ad avvalorare l’ipotesi: misteriosi omicidi e sparizioni. Una su tutte, la storia del Maggiore Melchiorre Du Perril scomparso al suo interno nel 1817 e ritrovato vent’anni dopo, murato tra due pareti.
Piazza Castello di Torino
Nei sotterranei di Piazza Castello, probabilmente tra Palazzo Madama e Palazzo Reale, la leggenda dice che si trovino le Grotte Alchemiche: si tratta di luoghi in cui i grandi Alchimisti hanno il potere di trasformare anima e corpo in qualcosa di superiore, unendolo all’Essenza del Tutto. Durante gli scavi per la costruzione della ferrovia, infatti, è emersa un’antica necropoli ritrovata nel sottosuolo.
In queste stanze segrete sarebbe possibile operare sul tempo, sulla materia e sulle coincidenze, influenzando il futuro, il presente e il passato del mondo. Sulla superficie della piazza, invece, si trova la cupola del Guarini, che racchiude il talismano più “bianco” e potente della Cristianità: la Sindone.

 

Oltre a questo monumento, si trova nella piazza anche l’obelisco geodetico, detto anche “Guglia Beccaria”, sulla cui sommità sorge un astrolabio che, secondo gli esperti di magia, indicherebbe il cuore delle potenze maligne della città. Vicino alla piazza invece, in Via Lessona, si trova la Domus Marozzo dove si dice alloggiò Nostradamus venuto a Torino per curare la sterilità di Margherita di Valois, moglie di Emanuele Filiberto.
Proprio qui, il mago incise su una lapide la scritta “Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”.
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