L’ultima “magia” di Harry Houdini: …

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L’ultima “magia” di Harry Houdini: smascherare i medium dopo la sua morte

Il leggendario illusionista trascorse i suoi ultimi anni a svelare i trucchi che usavano le persone che sostenevano di poter parlare con gli spiriti diventando così uno smascheratore di medium.
L’illusionista Harry Houdini riteneva che ogni trucco avesse una spiegazione, e dedicò gli ultimi anni della sua vita a smascherare medium e parapsicologi. Fece realizzare persino un “fantasma di sé stesso” usando la doppia esposizione, per mostrare in che modo i medium creassero false apparizioni come lo spirito di Abraham Lincoln.

Era la sera di Halloween del 1936. Una folla di 300 persone si stava accalcando presso l’Hollywood Knickerbocker Hotel. Erano lì sperando di vedere un fantasma.
Il leggendario illusionista Harry Houdini era morto il giorno di Halloween di 10 anni prima, e la vedova Bess aveva richiesto una seduta spiritica nella speranza di poter parlare con il suo spirito.
L’evento fu la conferma definitiva dell’eredità di un uomo che nei suoi ultimi anni si era creato la curiosa reputazione del più grande smascheratore di medium e scettico di tutto ciò che riguarda il mondo degli spiriti e del paranormale.
Harry Houdini mostra agli spettatori uno dei trucchi che i medium usano come prova della presenza di un fantasma durante le sedute spiritiche: suonare una campana nascosta sotto un tavolo usando le dita dei piedi.

Il più grande showman
Harry Houdini non è sempre stato critico nei confronti dei medium e della loro attività, né è sempre stato Harry Houdini. Egli infatti nacque a Budapest nel 1874 e il suo nome era Ehrich Weiss. All’età di quattro anni, è emigrato con la famiglia negli Stati Uniti, dove il padre lavorava come rabbino nel Wisconsin.
Weiss voleva diventare un mago, e dopo aver letto una biografia del mago Robert-Houdin, decise di cambiare il proprio nome in Harry Houdini.
Ben presto Houdini divenne un famoso escapologo. Il suo numero più distintivo lo vedeva liberarsi dalle manette in situazioni estremamente rischiose, come ad esempio essendo sospeso sopra New York, immerso nell’acqua o sepolto in una bara. Migliaia di persone sono accorse per vedere il grande Harry Houdini ingannare la morte ancora una volta.
La più grande assistente di Houdini era sua moglie Bess, un’artista di vaudeville. Si sposarono nel 1894 e uno dei loro primi numeri fu uno spettacolo di sedute spiritiche in cui si esibivano come medium. Grazie a questo spettacolo, probabilmente Houdini capì ciò che un medium poteva fare e cosa il pubblico era disposto a credere. Ma in seguito se ne sarebbe pentito, sviluppando un senso di vergogna per aver giocato con il dolore delle persone.
Nel suo libro del 1923, Houdini descrisse il trucco dei cosiddetti “calchi medianici” dei medium. Questa illusione prevedeva l’accurata preparazione di uno stampo in gesso della mano di una persona morta per poi utilizzarlo per far apparire le impronte digitali del defunto durante la seduta spiritica con i parenti vivi.

La disillusione nei confronti del mondo degli spiriti
In quanto illusionista, Harry Houdini riteneva che ogni trucco avesse una spiegazione, inoltre la sua esperienza nel mondo dello spettacolo gli aveva insegnato che la maggior parte dei medium, soprattutto quelli che usavano oggetti di scena, erano solo dei truffatori. Ciononostante, accarezzò l’idea che nel mondo potessero esistere forze mistiche invisibili.
Dopo la morte del padre, nel 1892, accompagnò la madre da diversi medium. Lei sperava ardentemente che riuscissero a contattare il suo defunto marito, ma questo non accadde mai. Questa esperienza lasciò Houdini deluso e ancora più scettico.
Con la morte della madre, nel 1913, Houdini visse il più grande dolore della sua vita. Più tardi scriverà: “Anch’io mi sarei separato volentieri da gran parte dei miei beni terreni per il conforto di una sola parola della mia amata defunta [madre]”. Purtroppo non trovò mai la consolazione che cercava e la pianse per il resto della sua vita.
Poco dopo questo momento così difficile per Houdini, il mondo precipitò nella guerra. Alla fine della Prima guerra mondiale, nel 1918, erano milioni le persone che si erano rivolte allo spiritismo (una credenza secondo la quale è possibile contattare gli spiriti dei morti), attraverso il quale i sopravvissuti a quella perdita di massa cercavano di lenire il dolore.
Sir Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes nonché amico di Houdini, era uno di loro: nello spiritismo egli trovò conforto per la morte del figlio Kingsley, che morì poche settimane prima della fine della guerra.
Sebbene affascinato dallo spiritismo, Houdini non condivideva la fede dell’amico. Nonostante ciò, Doyle convinse Houdini a visitare alcuni medium, ma le sedute non fecero altro che convincere ulteriormente l’illusionista che quelle persone non erano dotate di alcun potere straordinario.
Così Houdini si creò una nuova professione: lo smascheratore di medium fraudolenti. Dopo tutto, Harry Houdini conosceva tutti i trucchi del mestiere: essendo un mago professionista, era in grado di individuare giochi di prestigio che ad altri sarebbero sfuggiti.
Anche da morto Harry Houdini mise alla prova i medium: sua moglie Bess per dieci volte si rivolse ai medium per verificare se potessero realmente contattare il suo defunto marito. Il suo particolare test prevedeva l’uso di un paio di manette la cui combinazione era nota solo a Houdini.

Smascherare i medium
Houdini iniziò a smascherare i medium uno dopo l’altro, svelando i trucchi che usavano. Nel 1923, dimostrò che George Valiantine usava cavi elettrici per creare l’illusione di una tromba fluttuante durante le sedute spiritiche. Un altro medium, Nino Pecoraro, non riuscì a produrre nessuno degli strani fenomeni per cui era noto, dopo che Houdini lo legò prima di una seduta.
Houdini prese di mira anche i fotografi spiritisti come Alexander Martin, le cui immagini raffiguravano dei presunti fantasmi invisibili a occhio nudo. Houdini si prestò a essere fotografato, ma non rimase colpito dall’immagine di Martin, che includeva un cameo a sorpresa: Theodore Roosevelt, morto quattro anni prima. Quella fotografia, fece notare Houdini, probabilmente non era altro che una doppia esposizione.
Nel 1922 la rivista Scientific American lanciò il guanto di sfida: qualsiasi medium che, sottoposto a un rigoroso esame, avesse dimostrato di avere capacità paranormali avrebbe potuto vincere un premio di 2.500 dollari. Tra i medium in lizza per il premio nel 1924 c’era la famosa Mina Crandon di Boston.
La Crandon sosteneva di potersi mettere in contatto con lo spirito del suo defunto fratello Walter, i cui modi rozzi e aggressivi contrastavano con quelli affascinanti di lei. Durante le sue sedute spiritiche i tavoli levitavano e suonavano campane chiuse in scatole che nessuno toccava. Grazie a quelle che sembravano reali capacità di medium, Crandon si conquistò molti ammiratori, compresi i ricercatori, che credevano alla genuinità dei suoi poteri.
Houdini rimase scettico. Quando partecipò a una seduta nell’ambito dell’esame della Scientific American, Houdini affermò di poter spiegare il mistero della campana di Crandon: disse che lei la suonava semplicemente con i piedi, dopo averli sentiti sfiorare le sue gambe. Alla fine del suo esame, Houdini riuscì a svelare molti trucchi e non trovò alcuna conferma delle capacità paranormali della donna. La Scientific American concordò infine con Houdini, e lasciò la Crandon a mani vuote.
Questa immagine, realizzata con un’esposizione prolungata, fu realizzata durante il decimo e ultimo tentativo di Bess Houdini di comunicare con il marito. La seduta spiritica fu condotta la notte di Halloween sul tetto di un hotel di Hollywood, ma il grande Harry Houdini non apparve.


L’ultima seduta
La crociata di Houdini contro i medium truffaldini gli valse molti nemici, tra cui il suo ex amico Sir Arthur Conan Doyle. I medium e i loro sostenitori si rivolsero alla stampa, condannando Houdini, alcuni predissero addirittura la sua morte.
Ed effettivamente, nemmeno il maestro dell’escapologia poteva sfuggire alla morte. Ma Harry Houdini non morì per qualche maledizione o sortilegio, fu un’appendicite acuta a ucciderlo, il 31 ottobre 1926.
Bess, afflitta dal lutto, sperava di assistere all’ultimo trucco del marito: un contatto dall’oltretomba. Prima della morte di Houdini, i due avevano concordato un ultimo test per i medium, stabilendo un codice segreto che il medium avrebbe dovuto pronunciare per comprovare l’autenticità del contatto. Tale codice era rappresentato dalle parole “Rosabelle, believe” (Rosabelle, credi), in riferimento a una canzone della loro giovinezza.
Per 10 anni Bess Houdini si rivolse ai medium, sperando che uno di loro fornisse il codice. Il sensitivo Arthur Ford lo decifrò nel 1929, ma probabilmente non attraverso mezzi paranormali; probabilmente scoprì la frase in una biografia di Houdini.
Così, nella notte di Halloween del 1936, Bess organizzò quella che sarebbe stata l’ultima seduta spiritica per contattare Houdini. Come si conviene, l’evento ebbe i contorni di uno spettacolo, con tanto di inviti, musica e una registrazione per immortalare l’evento. Ma dopo un’ora di invocazione del fantasma dell’illusionista, ci fu solo silenzio. Harry Houdini aveva mancato il suo ultimo appuntamento.
DI PARISSA DJANGI
FONTE https://www.nationalgeographic.it/l-ultima-magia-di-harry-houdini-smascherare-i-medium-dopo-la-sua-morte

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