La macchina di Majorana

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La macchina di Majorana

Da anni circolano diverse voci su un presunto dispositivo attribuito al brillante studente di Enrico Fermi, fisico eccezionale e accademico, Ettore Majorana, scomparso misteriosamente il 25 marzo del 1938 all’età di 32 anni, in circostanze misteriose e senza lasciare tracce. Suicidato, fuggito in Argentina o in Germania, rinchiusosi in un monastero o nascosto in Venezuela che fosse, di lui rimane una presunta macchina che, per come viene attualmente spiegato, violerebbe diversi principi della scienza essendo apparentemente in grado di produrre energia dal nulla.
La macchina avrebbe la forma di una scatola di metallo cubica con il lato di 52 cm con delle connessioni ma, in generale, non si conoscono dettagli tecnici chiari del suo funzionamento. La macchina sarebbe in grado di produrre un raggio di energia. Il raggio, molto potente, chiamato raggio di Majorana o raggio della morte, utilizzabile anche come arma, ricorda macchine simili a quelle attribuite e Tesla, Marconi e altri, che nel passato hanno affermato di aver realizzato dispositivi simili.
Del dispositivo si sa poco ma, sembra, che sarebbe in grado di funzionare attraverso l’antimateria e un reagente che potrebbe essere ogni sorta di materiale, anche di scarto, scorie radioattive incluse. Il macchinario realizzerebbe anche il sogno alchemico di trasformare la materia operando sullo spin della materia stessa.

La macchina di Majorana

Della macchina si dice un gran bene ma, in definitiva, poco si sa di come questo “bene” venga effettivamente ottenuto. Il suo funzionamento è descritto in modo scarno e poco comprensibile, l’alimentazione della stessa si otterrebbe grazie a una potenza in entrata di 40 watt, alimentata con una tensione di 12 volt. Grazie a questi semplici accorgimenti sarebbe in grado di produrre molta più energia rispetto a quella in ingresso. Il principio di base sarebbe una sorta di annichilazione materia-antimateria che non avrebbe effetti usuranti sul sistema e senza immettere nell’ambiente qualsiasi tipo di radiazione. Non avrebbe nessun costo di gestione e, come detto, sarebbe in grado di eliminare le scorie nucleari. Il suo costo si aggirerebbe tra i 50 ed i 70 mila euro.
La macchina di Majorana sarebbe anche un toccasana per l’ambiente e avrebbe in più, almeno secondo quanto riportato in rete, degli effetti benefici sul corpo umano, ringiovanendolo senza provocare effetti collaterali. Oltre a questo sarebbe anche in grado di purificare l’aria trasformando l’anidride carbonica in ozono ad un ritmo spaventoso, processando 8 mila metri cubi in 5 millisecondi.
Ovviamente ad occuparsi del tema ci hanno pensato i debunkers che hanno fatto notare l’inconsistenza delle prove e la totale negazione dei più basilari principi scientifici quali i principi della termodinamica e della conservazione dell’energia e le conoscenze attuali della struttura della materia. A questo proposito vi segnaliamo gli articoli pubblicati su Wired.it e su Butac.
Queste rivelazioni hanno, ovviamente, acceso l’interesse di complottisti e cospirazionisti che hanno lanciato i loro strali contro il sistema accusandolo di insabbiare il fantomatico dispositivo perché non congeniale ai soliti poteri forti.
Una macchina che potrebbe produrre energia gratuita, non inquinante e in grado di trattare ogni tipo di prodotto inquinante, dalla spazzatura alle scorie radioattive è il sogno di molti, peccato che venga utilizzato per approfittare di chi ancora sogna e non si rende conto della complessità del mondo e di come la scienza, con sudore e sacrificio ha migliorato la nostra vita.
Fonte: Wired.it; Butac; Wikipedia
Di: Oliver Melis
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