Un lungo corridoio di ghiaccio su Titano
La quantità di dati sul sistema di Saturno forniti dalla missione Cassini non finiscono di meravigliare i ricercatori. Continua, quindi, l’analisi dei dati ricevuti dalla missione Cassini, che nel 2005 sganciò una sonda indipendente, la Huygens, che attraversò l’atmosfera di una luna di Saturno, Titano, fino a poggiarsi sulla superficie, inviando durante la discesa un’enorme quantità di dati rilevati dai suoi sensori, dati che uniti a quelli rilevati dallo spazio dalla sonda Cassini non finiscono, ancora oggi, di riservare scoperte sorprendenti.
Pochi giorni fa abbiamo saputo che Titano è una grande luna atmosfericamente attiva, con venti, pioggia, mari e laghi profondi, tutte cose che si trovano anche sulla Terra, non fosse che su Titano, tutto questo è basato sul metano e non sull’acqua. I grandi e profondi specchi d’acqua di Titano vengono riempiti da una pioggia di metano ed il suo paesaggio, pur molto simile geologicamente e geograficamente a quello della Terra, è quanto di più inospitale.
Nonostante questo, Titano è da tempo sotto osservazione essendo considerato una possibile meta per un’eventuale, molto futura, colonia.
E proprio mentre eseguiva una ricerca specifica per capire quale sia la fonte principale del metano atmosferico di Titano, la ricercatrice dell’Università del’Arizona Caitlin Griffith e il suo team hanno scoperto qualcosa di inaspettato: una lunghissima feature di ghiaccio che si estende per quasi la metà della circonferenza di Titano. La Griffith, professore dell’UA al Lunar and Planetary Laboratory, è l’autore principale di un lavoro appena pubblicato su Nature Astronomy .
Su Titano, le molecole di metano atmosferiche vengono continuamente distrutte dalla luce solare. La conseguente foschia atmosferica si deposita in superficie e si accumula sotto forma di sedimenti organici, formando sulla superficie uno spessore di una specie di denso brodo organico costituito da ciò che componeva un tempo l’atmosfera della luna di Saturno.
Nonostante questo, Titano continua ad avere un’atmosfera composta principalmente di metano, la cui fonte non è ancora stata individuata. Una parte, circa un terzo, deriva dall’evaporazione del metano dai laghi polari ma i laghi di Titano contengono solo un terzo del che compone metano nell’atmosfera di Titano e saranno presto esauriti dalle scale temporali geologiche.
Una teoria è che il metano potrebbe essere fornito da grandi depositi presenti nel sottosuolo che scaricano il gas nell’atmosfera. Studi precedenti, indicano la presenza su Titano di una singolare regione chiamata Sotra, che sembra presentare le caratteristiche di un crio-vulcano, dal quale sembrano allungarsi flussi di metano ghiacciato.
Il team della Griffith ha studiato la composizione della superficie di Titano, sperando di riuscire ad individuare piccoli candidati crio-vulcani. L’analisi di oltre la metà della superficie della luna, non ha però permesso di individuare nessun vulcano di questo tipo ma lo studio di Sotra ha dato comunque risultati interessanti ed inaspettati.
È stato individuato un un corridoio di ghiaccio lineare che avvolge circa il 40 percento della circonferenza di Titano.
“Questo corridoio ghiacciato è sconcertante, perché non è correlato con nessuna caratteristica di superficie o misurazione del sottosuolo“, ha spiegato la Griffith. “Dato che il nostro studio e il lavoro svolto in passato indicano che Titano al momento non è vulcanicamente attivo, la traccia del corridoio è probabilmente una traccia del passato. Rileviamo questa caratteristica su pendii ripidi, ma non su tutte le pendenze. Questo corridoio di ghiaccio si sta attualmente erodendo e, potenzialmente, dovrebbe rilevare la presenza di strati organici sotto il ghiaccio“.
L’analisi del team indica anche una certa varietà del materiale organico in alcune regioni. Questi depositi superficiali sono di interesse perché le simulazioni di laboratorio dell’atmosfera di Titano producono composti biologicamente interessanti come gli amminoacidi.
Sono state analizzate decine di migliaia di immagini dello strato più superficiale della superficie dallo spettrometro di mappatura visibile e infrarosso a bordo di Cassini, usando un metodo che consentiva il rilevamento di caratteristiche superficiali deboli. Questa impresa è stata compiuta dall’applicazione dell’analisi delle componenti principali, o PCA. Ciò ha permesso alla Griffith ed al suo team di analizzare i sottili segni caratteristici causati dal ghiaccio e dai sedimenti organici sulla superficie di Titano dalla onnipresente foschia e dalle caratteristiche superficiali più evidenti. Invece di misurare le caratteristiche della superficie individualmente per ciascun pixel di un’immagine, la PCA utilizza tutti i pixel per riconoscere le firme principali e meno evidenti.
La squadra di Griffith ha confrontato i risultati con gli studi precedenti. Il confronto ha convalidato sia la tecnica che i risultati. Sono in corso piani per utilizzare la tecnica per esplorare i poli in cui risiedono i mari del metano.
“Titano e la Terra hanno seguito diversi percorsi evolutivi, ed entrambi hanno finito per avere atmosfere e superfici uniche e ricche di sostanze organiche“, ha affermato Griffth. “Ma non è chiaro se Titano e la Terra siano esempi di risultati che avvengono comunemente nei corpi celesti ricchi di sostanze organiche o sono risultati particolari che avvengono raramente nei tanti mondi in cui le sostanze organiche abbondano“.
Fonte: University of Arizona
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