Marte: la gigantesca tempesta di sabbia …

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Marte: la gigantesca tempesta di sabbia ha spazzato via anche l’acqua?

Marte: la gigantesca tempesta di sabbia ha spazzato via anche l’acqua?

L’enorme tempesta di sabbia che aveva interessato Marte nel corso dell’ultimo anno è stata fatale per Opportunity: il rover della NASA, dopo aver operato per quasi quindici anni sul pianeta rosso superando qualsiasi aspettativa, aveva perso i contatti con la Terra all’inizio di giugno 2018, dopo essere entrato in stand-by nella speranza di rivedere presto il Sole da cui traeva l’energia necessaria a mantenersi attivo.
Purtroppo, come tutti ben sanno, non è andata così: a febbraio 2019 la NASA ha dovuto ammettere la fine della missione, e a marzo dello stesso anno sono state pubblicate le ultime immagini catturate dal rover prima di essere investito dalla gigantesca tempesta di polvere che nel giro di pochi giorni era divenuta globale.
Oltre alle numerosissime immagini inviate nel corso della lunga missione (si parla di 217.000 fotografie, di cui 15 panoramiche a 360 gradi), uno dei risultati raggiunti grazie ad Opportunity era stata anche la conferma della presenza di acqua su Marte. Ma, ed è questa la novità, la tempesta di sabbia potrebbe aver spazzato via anche quella.

 

Un’immagine delle dune che caratterizzano la superficie di Marte. Fonte NASAJPLUniversity of Arizona

A darne notizia, nei giorni scorsi, è stata la stessa NASA, che ha spiegato come la tempesta di sabbia sia stata un’occasione di conoscenza. Infatti, grazie alla presenza di ben otto veicoli spaziali in orbita attorno al pianeta rosso, per la prima volta gli esseri umani hanno potuto studiare una tempesta marziana in maniera approfondita.
Gli studiosi sono ancora al lavoro sui dati, ma i report preliminari si sono concentrati sugli effetti che le tempeste di polvere potrebbero aver avuto sull’acqua anticamente presente sul pianeta, così come sui venti e sul clima, ipotizzando anche gli effetti sugli scenari presenti e futuri.
Le tempeste di sabbia sono infatti molto frequenti su Marte, in particolar modo durante i mesi primaverili ed estivi nell’emisfero meridionale; di solito durano un paio di giorni e interessano porzioni delle dimensioni degli Stati Uniti. Le tempeste globali invece sono eventi più rari, imprevedibili e a volte possono durare anche mesi interi.
Le ricerche finora condotte hanno mostrato che, miliardi di anni fa, su Marte erano presenti fiumi, laghi e forse perfino oceani, di cui oggi rimangono solo alcune tracce. A spazzarli via, secondo gli scienziati, potrebbero essere state proprio delle tempeste di sabbia globali come quella cui si è appena assistito.

(Dust Devils on Mars Seen by NASA’s Curiosity Rover — NASA Jet Propulsion Laboratory)

Come? Secondo quanto ipotizzato dallo studioso Geronimo Villanueva in base alle osservazioni del Mars Reconnaissance Orbiter, le potenti tempeste di polvere potrebbero aver sollevato il vapore acqueo ben oltre la propria solita altitudine, che si attesta sui 20 km sopra la superficie marziana, portandolo a circa 80 km d’altezza. In questo modo avrebbero interferito con il ciclo dell’acqua, impedendone la condensazione e la precipitazione.
Ad altitudini particolarmente elevate l’atmosfera marziana si fa particolarmente sottile, e la radiazione solare potrebbe essere così stata in rado di rompere le molecole d’acqua e spazzarne via gli elementi nello spazio. Secondo Villanueva, che insieme ai colleghi ha pubblicato uno studio su Nature, il vapore acqueo marziano – misurato grazie all’ExoMars Trace Gas Orbiter – è diminuito in seguito alla gigantesca tempesta che è costata la missione a Opportunity.
A quanto pare, durante l’ultima tempesta tutti i tipi di molecole dell’acqua hanno raggiunto la “zona di fuga” nella parte alta dell’atmosfera. Il fatto osservato ha fornito così una possibile spiegazione alla scomparsa dell’acqua anticamente presente sul pianeta.
Tra gli altri fatti degni di nota emersi in questa occasione, si è notato che le tempeste di polvere globali tendono a non modificare in maniera significativa la forma delle dune sabbiose presenti su Marte, ma provocano invece la scomparsa dei cosiddetti dust devils, mulinelli creati dal vento che aiutano a ripulire i pannelli solari dei veicoli spaziali. Circostanza, questa, che ha probabilmente inciso sul fato di Opportunity.
di: Elena Toni
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