L’ultimo scatto del “cacciatore di pianeti” Kepler

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L’ultimo scatto del “cacciatore di pianeti” Kepler

Fotografati dalla Nasa due sistemi solari alieni. Sono il gruppo di sette pianeti della stella Trappist-1, il più grande sistema planetario mai scoperto con tanti possibili ‘sosia’ della Terra, almeno tre, a 39 anni luce dalla Terra. Saranno adesso studiati da uno dei successori di Kepler, il telescopio spaziale della Nasa Tess

ROMA – Sono due sistemi planetari alieni i protagonisti dell’ultimo scatto del più celebre cacciatore di pianeti esterni al Sistema Solare, il telescopio spaziale Kepler della Nasa. Sono il gruppo di sette pianeti della stella Trappist-1, il più grande sistema planetario mai scoperto con tanti possibili ‘sosia’ della Terra, almeno tre, a 39 anni luce dalla Terra. E il sistema GJ 9827, a circa 97 anni luce dalla Terra, che ospita tre pianeti considerati promettenti candidati per lo studio di atmosfere in altri mondi. La foto, scattata da Kepler il 25 settembre 2018, un mese prima di esaurire il proprio combustibile costringendo la Nasa a mandarla in pensione, è un mosaico di diverse immagini.
I due sistemi planetari su cui stava indagando Kepler saranno adesso studiati da uno dei suoi successori, il telescopio spaziale della Nasa Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), lanciato il 19 aprile 2018 con il razzo Falcon 9 della SpaceX di Elon Musk, per cercare, su oltre 200.000 stelle, l’ombra lasciata dai loro pianeti, a caccia di sosia della Terra potenzialmente abitabili.
Lanciato il 6 marzo 2009, nei suoi 9 anni e mezzo di attività Kepler ha scoperto 2600 mondi alieni, dimostrando che la nostra galassia ha più pianeti che stelle, che molti somigliano alla Terra e che alcuni di essi sono alla giusta distanza dalla stella madre per ospitare acqua liquida, una condizione fondamentale per la vita. Malgrado Kepler sia in pensione da mesi e si stia spostando verso un’orbita sicura, a 150 milioni di chilometri dalla Terra, l’analisi dei suoi dati, secondo la Nasa, terrà occupati gli astronomi ancora a lungo.
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