Una conferma per la ragnatela intergalattica

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Una conferma per la ragnatela intergalattica

Il Very Large Telescope dell’ESO ha rilevato a 12 miliardi di anni luce da noi la debole luce emessa dai filamenti di gas intergalattico che formano una gigantesca ragnatela cosmica: è la chiave per capire come l’universo si è evoluto nel tempo
Nella costellazione dell’Acquario, a 12 miliardi di anni luce da noi, c’è SSA22, un ammasso di galassie in una fase primordiale del suo sviluppo. Grazie all’osservazione di questo oggetto remoto, i ricercatori di un’ampia collaborazione internazionale, di cui fa parte anche l’Università di Milano-Bicocca, hanno trovato una nuova conferma dell’esistenza di una gigantesca ragnatela di gas intergalattico che forma una delle strutture più ampie dell’intero universo. Il risultato, descritto su “Science” potrebbe dare il via ad analoghe osservazioni in ogni angolo del cosmo.
Secondo la teoria oggi più accreditata, il 60 per cento circa dell’idrogeno creato con il big bang è successivamente collassato in filamenti che permeano lo spazio formando la ragnatela intergalattica di gas. Secondo questo modello, le galassie si formerebbero nei punti in cui i filamenti si incrociano o sono particolarmente densi. Inoltre, questi filamenti alimenterebbero le galassie durante la loro crescita.
I filamenti di gas intergalattico sono rimasti per molti anni per lo più un tema di discussione per gli astrofisici teorici. Le cose sono cambiate con il progresso tecnologico degli strumenti astronomici, che ha portato a estendere le osservazioni agli oggetti meno luminosi del cosmo. E’ cosi che i filamenti sono stati rilevati per la prima volta nel 2014 da alcuni astrofisici tra cui l’italiano Sebastiano Cantalupo, che ha partecipato anche a questa nuova osservazione.

Una conferma per la ragnatela intergalattica

Utilizzando lo strumento Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) del Very Large Telescope dello European Southern Observatory (ESO), gli autori hanno rilevato e mappato la luce del mezzo circumgalattico, cioè la parte della ragnatela intergalattica più direttamente investita dalla radiazione emessa dalle galassie dell’ammasso SSA22.
I risultati mostrano che il gas è disposto in lunghi filamenti, che si estende per oltre un milione di parsec e fornisce combustibile per la formazione intensa di stelle e per la crescita di buchi neri supermassicci all’interno dell’ammasso primordiale. Ciò è in buon accordo con le previsioni dei modelli di formazione delle galassie.
“Queste osservazioni delle strutture meno luminose e più grandi dell’universo sono una chiave per capire come il nostro universo si è evoluto nel tempo, come le galassie si sviluppano e come i mutevoli ambienti attorno alle galassie hanno creato ciò che vediamo intorno a noi”, scrive Erika Hamden dell’Università dell’Arizona a Tucson, in un articolo di commento pubblicato sullo stesso numero di “Science”. (red)
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