Il teletrasporto permette agli atomi …

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Il teletrasporto permette agli atomi di comunicare a distanza

Migliorerà la velocità dei futuri computer quantistici
Realizzato in laboratorio il teletrasporto di informazioni fra due atomi distanti fra loro e questo risultato promette di rendere più veloci i futuri computer quantistici. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science dai fisici del National Institute of Standards and Technology (Nist), l’agenzia del governo degli Stati Uniti che si occupa di tecnologia.
I ricercatori del Nist, coordinati da Dietrich Leibfried, sono riusciti a trasferire informazioni tra ioni di berillio, mantenendoli separati a una distanza minima di 340 millesimi di millimetro l’uno dall’altro. “Il trasferimento di informazioni – ha spiegato Leibfried – sfrutta una particolare caratteristica delle meccanica quantistica: la capacità delle particelle di rimanere correlate a distanza, il cosiddetto entanglement quantistico”.
I computer quantistici si basano sulle bizzarre leggi del mondo delle particelle per elaborare rapidamente calcoli che agli attuali supercomputer richiederebbero un tempo pari all’età dell’universo. Questi computer renderanno, ad esempio, più veloci i meccanismi di apprendimento dei sistemi di intelligenza artificiale, e permetteranno di elaborare nuovi farmaci in poche ore.

Passi in avanti nel teletrasporto tra atomi,.

“L’idea proposta nello studio non è nuova, ma migliora i risultati precedenti sul piano dell’affidabilità del processo”, ha detto all’ANSA l’informatico Angelo Oddi, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istc-Cnr). “Può essere quindi considerata un passo avanti verso i sistemi quantistici del futuro”, ha aggiunto.
La Commissione Europea, con il programma Quantum Flagship, ha stanziato a partire dal 2018 un miliardo di euro in 10 anni per lo sviluppo delle tecnologie quantistiche: dalla crittografia a prova di hacker ai laser di nuova generazione per la trasmissione sicura dei dati. Progetto, quest’ultimo, di cui l’Italia è capofila con l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ino).
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