Luna: alla scoperta del lato nascosto

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Luna: alla scoperta del lato nascosto

La Terra in prospettiva rispetto al lato nascosto della Luna

A 50 anni di distanza dalla prima, storica missione che ha visto l’uomo mettere piede sulla Luna, l’interesse per il satellite naturale del nostro pianeta non è venuto meno. Anzi, negli ultimi mesi si è registrato un crescendo di notizie, missioni e proposte: lo scorso settembre, SpaceX aveva conquistato le prime pagine dei giornali annunciando di aver venduto il primo biglietto per la Luna.
A presentare il fortunato acquirente era stato lo stesso CEO della compagnia aerospaziale, Elon Musk: si tratta di Yusaku Maezawa, miliardario fondatore di ZoZotown, uno dei principali siti di vendite online in Giappone, e aveva annunciato di voler offrire il biglietto per questo imperdibile viaggio (non esente da una serie di rischi per la salute dei passeggeri) anche ad alcuni artisti provenienti da tutto il mondo, perché potessero creare un’opera ispirata a quest’esperienza una volta rimesso piede a terra.
Di sicuro, i fortunati astronauti che grazie al facoltoso mecenate giapponese si troveranno ad orbitare intorno alla Luna potranno osservare “da vicino” il lato nascosto del nostro satellite, su cui recentemente è atterrata con successo la sonda cinese Chang’e-4, catturando una serie di immagini e video senza precedenti, per poi tentare di far germogliare alcuni semi di cotone.

Le frecce indicano la posizione del lander Chang’e-4 sulla superficie del cratere lunare Von Kàrmàn

Anche la NASA d’altronde non ha voluto perdere l’occasione di partecipare a questa rinnovata ondata d’interesse per la Luna, e recentemente ha confermato di avere in programma una nuova missione sul suolo lunare per il 2024 volta a far tornare l’uomo sulla Luna entro il 2028. Il progetto fa parte di un piano più ampio che prevede anche la costruzione di una stazione orbitale da posizionare nei pressi del nostro satellite, allo scopo di agevolare l’invio e la partenza degli astronauti dalla Luna.
Il nome è già deciso: si chiamerà Gateway, e sarà un avamposto per i futuri viaggi spaziali volti all’esplorazione del sistema solare, a partire da Marte. D’altro canto, anche Russia e Israele si sono buttati nella nuova “corsa alla Luna” aggiornata al secolo corrente: la prima sta progettando la costruzione di una base lunare, mentre il secondo ha appena annunciato di voler proseguire con la missione Beresheet, che aveva visto un lander privato tentare un allunaggio senza successo (anche se pare che la biblioteca lunare presente a bordo sia rimasta integra).
Dunque, il nostro satellite continua a suscitare un grande interesse tra studiosi e appassionati; un’affermazione che vale tanto più per il lato nascosto della Luna, di cui si sa meno. La questione, d’altronde, è estremamente affascinante: volgendo lo sguardo alla Luna infatti, ci si ritrova con ogni probabilità ad osservare lo stesso spettacolo offerto agli occhi dei nostri antenati, poiché il satellite ci rivolge sempre la stessa faccia.
Ciò è dovuto al fatto che il periodo di rotazione della Luna è esattamente uguale al suo periodo orbitale. Con tutto il rispetto dovuto ai Pink Floyd però, il lato “nascosto” del nostro satellite non è affatto “oscuro”: The Dark Side of the Moon rimane solo il titolo di un memorabile album del 1973. Entrambe le facce della Luna infatti sono soggette all’alternanza tra dì e notte proprio come accade sulla Terra, con la differenza che un dì (o una notte) lunare dura circa due settimane terrestri.

Un paragone tra la prima immagine del lato nascosto della luna (1959) e la stessa vista nel 2009.

Ed ecco la parte interessante: fino all’atterraggio della sonda cinese, gli allunaggi hanno sempre interessato la faccia visibile della Luna non solo perché sia più facilmente raggiungibile, ma anche perché meno problematica dal punto di vista dei collegamenti radio. Non tutti sanno forse che, mentre il lato lunare rivolto verso la Terra è investito da una quantità di segnali provenienti dal nostro pianeta, il lato nascosto è – quello sì – “radio dark”, cioè schermato dal satellite stesso.
Ciò permette agli studiosi “in ascolto” dal lato nascosto della Luna di ricevere segnali provenienti dall’universo che altrimenti andrebbero persi. Chang’e-4, per esempio, sarà in grado di ricevere quelli provenienti dal Sole, e oltre: segnali provenienti dall’epoca delle primissime stelle e dei primi buchi neri, in grado di accrescere la conoscenza umana riguardo la formazione dell’universo.
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