Al cimitero delle navi di Ravenna …

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Al cimitero delle navi di Ravenna l’ombra di sacrifici e messe sataniche

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Segni e scritte a metà tra mondo dell’occulto e ragazzate
RAVENNA. Su un tavolino del ponte di comando, tra la polvere e la strumentazione di bordo ormai arrugginita, c’è ancora l’ultimo giornale di bordo. Sul fronte della copertina bianca sporca si leggono chiaramente due cose: Vomv Gaz e 2006. È quello l’anno in cui quel cargo ucraino di 109 metri è stato abbandonato in fondo alla zona portuale, lì dove cominciano le bellezze naturalistiche della pialassa Piomboni. Negli anni questo luogo dimenticato di Ravenna è diventato una delle mete preferite in particolare dai fotografi. L’immensità dei relitti e la loro decadenza ne fanno un posto senza dubbio suggestivo, ma anche tenebroso. Dentro la pancia di ferro della Vomv Gaz – varata nel 1995 dalla Kiev Shipbuilding & Shiprepair Yard – si potrebbe infatti celare un segreto oscuro, legato a stretto filo con l’esoterismo e gli adoratori dell’occulto. Il fatto di trovarsi all’interno di un luogo “consacrato” a strani riti lo si percepisce subito all’ingresso del mercantile. Sulla porta principale che introduce a quelle che un tempo erano le cabine dei marinai, appeso con un pezzo di spago ci sono i resti nemmeno troppo vecchi di un povero piccione impiccato. Una scena raccapricciante, che mette disgusto ma che porta anche a far riflettere e a chiedersi: cosa accade dentro la nave?
I simboli dell’ombra
Una volta arrivati ai piedi della Vomv Gaz si capisce subito che quell’imbarcazione è stata e continua ad essere oggetto di visite. Con corde e funi è stata creata una scaletta a pioli che da terra consente di issarsi su, fin sopra il ponte del mercantile. Ed è qui che ha inizio il viaggio dentro il relitto. Si comincia dall’interno, dove tra scale che salgono e scendono si può tranquillamente girovagare per tutto il mezzo. Nella sala macchine, situata tre piani al di sotto della cabina di comando, si incontrano i primi simboli strani: la testa di un animale sgozzato dipinta sulla lamiera con colori blu e nero. Scalino dopo scalino la simbologia diventa sempre più esplicita. I “666” tracciati con lo spray sono più di uno, a cui spesso viene associato anche il pentacolo. Segni notoriamente satanici.
Oltrepassando le cabine ormai ammuffite, dove si trovano vestiti ammassati e scatole di medicinali sparse a terra, si arriva finalmente all’esterno, sull’immenso ponte di prua. Qui, dove un tempo venivano caricate le merci trasportate, oggi non c’è più nulla e le lamiere che cingono come un muro tutto il ponte sono diventate anche loro luoghi di simbologia occulta. Ancora una volta il “666” e poi tombe disegnate in giallo.
Tra esoterismo e ragazzate
In fondo al grande ponte, un anno fa – come dimostra una foto che oggi pubblichiamo – si trovava però un altro particolare. Cinque sedie prelevate da quella che un tempo era la sala mensa della nave erano state messe in cerchio e al centro era stato posto una specie di tavolino. Oggi quelle sedie sono state scaraventate fuori dalla nave, ma perché un anno fa erano state posizionate in quella strana posizione? Una domanda che, unita alla simbologia, potrebbe far pensare che la Vomv Gaz sia stata davvero meta di stravaganti rituali.

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Se si sia trattato di vero esoterismo o di ragazzate è però impossibile da appurare. Esperti in materia che hanno visionato queste immagini e quelle di un anno fa parlano di simboli legati sicuramente a riti esoterici, ma che sembrano vergati da mani inesperte. Insomma qualcosa a metà tra le messe nere e uno stupido gioco di sbandati. Ma tra queste domande un dato resta: le navi della pialassa – una delle quali, la Berkan B, affondata proprio martedì – sono continuo oggetto di visita e di incursioni. E, data la loro precaria condizione, il pericolo è senza dubbio evidente.
di ALESSANDRO CICOGNANI
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