Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo? …

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Sono arrivati gli Alieni: e adesso che cosa facciamo? Lo spiegano psichiatri, antropologi e pedagogisti

Pierangelo Garzia è il responsabile dell’ufficio stampa dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano. E’ da tempo un lettore di Mistero bUFO ed è uno dei tanti che formano quella platea di amici che vivono il blog senza, di norma, partecipare in prima linea con commenti o con testi. Ma ogni regola ha la sua eccezione. Ed è così che Pierangelo mi ha proposto un post su un argomento davvero interessante. Buona lettura.

Educare-con-gli-alieni_Raffaele Mantegazza_LibroCastelvecchi

Acqua su Marte. Esopianeti che potrebbero ospitare la vita. Gli alieni si avvicinano. Per alcuni sono già arrivati. Per la fantascienza ci sono da sempre. Che siano i Superni, custodi e motivatori dell’evoluzione umana ma “lontani dallo spazio che non è per l’uomo” del romanzo di fantascienza di Arthur C. Clark Le guide del tramonto, o i piloti di UFO già giunti fino a noi secondo gli appassionati di ufologia. Comunque sia, la scienza attende. Fa ipotesi. Ma cosa accadrebbe nel momento in cui avessimo un contatto con una intelligenza extraterrestre? E se intelligenze aliene fossero in grado di arrivare fin quaggiù, sulla Terra come nel film Arrival di Denis Villeneuve? L’anno passato ho rivolto questo tipo di domande a un gruppo di psichiatri, pedagogisti e antropologi per la rivista “Mind. Mente & cervello”: l’inchiesta è uscita sul numero di maggio 2018 con il titolo “Sono arrivati gli alieni!”. E un’altra parte delle risposte, inedite, le ho ora postate su Neurobioblog. Eccone qualche stralcio: (Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane presso il Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca) «Sarebbe un nuovo inizio, quello di cui forse l’umanità ha bisogno. Come dice Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, le prime a doversi ripensare sarebbero le religioni rivelate: questo straordinario religioso già oggi afferma che Dio si è incarnato in un essere umano perché doveva parlare agli abitanti del nostro pianeta, ma niente fa escludere che su altri pianeti l’incarnazione sia avvenuta nel corpo di un essere alieno, dalla forma del tutto differente dalla nostra. La forma con la quale gli alieni si presenterebbero potrebbe poi essere del tutto sconvolgente: esseri di pura energia, esseri di luce, chissà quale forma può avere assunto. La vita la stessa, la nostra idea di vita organica potrebbe essere rivista e radicalmente ripensata. Ma la sola vittima di questo incontro sarebbe, finalmente, la vera dannazione dell’umanità, ovvero l’antropocentrismo. L’idea arrogante e presuntuosa che questa scimmia poco pelosa costituisca il centro dell’evoluzione e dell’universo. Fosse anche solo per far tramontare questa idiozia, speriamo che gli alieni arrivino presto». Educare con gli alieni_RaffaeleMantegazza_LibroCastelvecchiMantegazza, per sua stessa ammissione, si è talmente appassionato al tema dell’inchiesta da avere scritto e pubblicato nei mesi successivi il volumetto Educare con gli alieni. Manuale di pedagogia per l’anno 2219, uscito da Castelvecchi. (Paolo Perticari era docente di pedagogia generale, filosofia della formazione, teoria e pratica dei processi all’Università di Bergamo. Purtroppo è prematuramente scomparso lo scorso novembre): «Da pedagogista ritengo che i problemi mentali emersi nella storia moderna sono già sufficientemente gravi da non dover imputare agli UFO alcunché. Se si dovesse dare la notizia immediatamente, senza preparazioni, né manipolazioni? Certo che sì. Ma vede, anche questo in realtà è poco probabile. Noi terrestri abbiamo costruito un mondo in cui il vero è un momento del falso e stiamo educando in questo modo anche i nostri piccoli, per cui la strumentalizzazione e la falsità fanno parte dell’aria che respiriamo. Per questo motivo auguro agli UFO di riparare al più presto l’avaria che li ha fatti atterrare e ripartire al più presto verso territori meno falsi del nostro». (Valerio Rosso, psichiatra e psicoterapeuta): «Io credo occorra partire da un dato di fatto: una civiltà che ha sviluppato le tecnologie per raggiungere altri mondi, deve per forza aver superato con successo la sua adolescenza tecnologica. Chi riesce a non autodistruggersi con le proprie mani e a dominare le istanze onnipotenti che sono profondamente connesse con la scienza, molto probabilmente ha parallelamente sviluppato delle dimensioni etiche tali da concepire il valore assoluto della vita e l’importanza del mantenimento e del rispetto delle diversità. L’incontro con una razza aliena potrebbe farci confrontare di colpo con la domanda: siamo noi una civiltà adulta e risolta?».
Di: Flavio Vanetti
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