Le più antiche tracce fossili di vita …

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Le più antiche tracce fossili di vita “mobile” sulla Terra

Più di due miliardi di anni fa, organismi multicellulari che abitavano sul fondo del mare strisciavano nel fango: le “gallerie” scavate dai loro movimenti sono state trovate e analizzate.

I tunnel scavati nel fondale dai più antichi organismi cui siamo in grado di attribuire la capacità di locomozione.

La notizia arriva con un tempismo perfetto, per celebrare il Darwin Day – il giorno dedicato al padre della teoria dell’evoluzione Charles Darwin, che oggi compirebbe 210 anni: in un deposito fossile del Gabon, in Africa centrale, sono state scoperte le più antiche evidenze fossili di movimento mai ritrovate sul nostro pianeta. Furono lasciate sul fondo del mare da organismi multicellulari 2,1 miliardi di anni fa, circa un miliardo e mezzo di anni prima rispetto alle tracce più antiche note finora (di 570 milioni di anni fa).
Un nuovo tesoro. Il sito geologico è lo stesso in cui, qualche anno fa, un gruppo di ricercatori francesi coordinato da Abderrazak El Albani, del CNRS/Université de Poitiers, aveva scoperto le prime prove fossili di organismi multicellulari sulla Terra, retrodatando la loro comparsa da 600 milioni di anni fa a 2,1 miliardi di anni fa. L’apparizione di questi organismi su quello che un tempo era un placido e poco profondo fondale marino era stata ricollegata a un noto picco di ossigenazione dell’atmosfera, avvenuto 2,083 miliardi di anni fa.
La vita sulla Terra: molto più antica del previsto
prove di scavi. In quegli stessi sedimenti, nel Bacino di Franceville, gli scienziati francesi hanno ora individuato una serie di “gallerie” sinuose di forma tubolare e del diametro di pochi millimetri, che attraversano i più sottili strati di rocce sedimentarie. I “tunnel” sembrerebbero di origine biologica e potrebbero essere stati lasciati da organismi marini primitivi, ma abbastanza evoluti da muoversi strisciando nel fango del fondale.
Nel video in copertina trovate una ricostruzione delle tracce, realizzata con la tomografia micro-computerizzata, una tecnica non distruttiva che crea immagini ai raggi X tridimensionali (il testo prosegue sotto il filmato).
A caccia di cibo. I trafori si trovano vicino a fossili di biofilm (aggregazioni) microbici, forse prodotti da cianobatteri, minuscoli e primitivi abitanti del plancton: l’idea è che gli organismi multicellulari si spingessero verso queste aree, strisciando in cerca di cibo e ossigeno (elementi nutritivi prodotti dai cianobatteri) come fanno, oggi, le amebe.
La scoperta di una capacità sofisticata come il movimento così indietro nel tempo, porta a chiedersi se quello osservato fosse già il preludio di forme di moto più complesse, o un semplice e precoce esperimento evolutivo, facilitato da condizioni atmosferiche benevole.

Di: Elisabetta Intini
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