“Il Pianeta Nove non Esiste”. Nuovi calcoli spiegano …

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“Il pianeta nove non esiste”. Nuovi calcoli spiegano le orbite eccentriche degli asteroidi

Da Cambridge arriva una nuova ipotesi. Basta immaginare al suo posto un enorme disco di detriti con una massa 10 volte superiore a quella del nostro pianeta, e situato oltre l’orbita di Nettuno
NORMALMENTE l’astronomia è una scienza esatta. Per questo motivo, quando qualcosa non torna nei calcoli si pensa subito a un intruso. È così, ad esempio, che nasce l’ipotesi del pianeta nove: il fantomatico nono pianeta nascosto nei più lontani recessi del nostro sistema solare, a cui gli astronomi danno la caccia da anni per spiegare alcune anomalie osservate nella cosiddetta fascia di Kuiper, una regione di Spazio situata oltre l’orbita di Nettuno. Una ricerca carica di fascino, che rischia però di rivelarsi inutile: stando ai calcoli di un team di matematici di Cambridge, infatti, le anomalie possono essere spiegate anche senza postulare l’esistenza di un gigantesco pianeta sconosciuto. E il pianeta nove potrebbe quindi riconfermarsi nulla più di un pianeta fantasma.
La storia del pianeta nove in effetti ha origini lontane, e travagliate. Si parla di qualcosa del genere già alla fine dell’ottocento, quando la scoperta di Nettuno aveva aperto la caccia a un fantomatico pianeta X, ancora più lontano dal Sole rispetto a quelli noti, che avrebbe potuto spiegare alcune discrepanze osservate nell’orbita di Urano. Con l’aggiunta di Plutone al sistema solare si pensò per alcuni decenni di aver risolto il mistero, fino alla doccia fredda arrivata con la determinazione della sua massa reale: un sesto di quella della Luna, troppo poco per influenzare sensibilmente l’orbita di un pianeta. Alla fine, la soluzione del mistero arrivò a metà degli anni ’90, grazie ai dati raccolti durante la missione della sonda Voyager 2: Nettuno in realtà era più piccolo del previsto, e le anomalie nell’orbita di Urano, a guardar bene, non erano mai esistite.
Un decennio di attesa, comunque, e intorno al 2003 si torna nuovamente a parlare di un pianeta misterioso. Questa volta si decide di battezzarlo pianeta nove, e a far ipotizzare la sua esistenza sono le osservazioni di una regione di spazio che si estende al di la dell’orbita di Nettuno, a una distanza 30 volte maggiore di quella che separa il nostro pianeta dal Sole. Una zona nota come fascia di Kuiper, in cui negli ultimi decenni sono stati scoperti moltissimi asteroidi (o più precisamente planetesimi), che rappresentano probabilmente gli avanzi del materiale da cui hanno avuto origine i pianeti del sistema solare.
Osservando le traiettorie di alcuni di questi piccoli corpi celesti, definiti oggetti transnettuniani (o Tno) sono infatti emerse alcune stranezze: 30 Tno presentano orbite troppo eccentriche, possibile sintomo di un campo gravitazionale sconosciuto che ne influenza il comportamento. È così che si torna a parlare di un pianeta misterioso. Una super-Terra con una massa 10 volte superiore al nostro pianeta, che potrebbe nascondersi ai margini del sistema solare e aiuterebbe a spiegare le anomalie osservate. Il problema però è che fino ad ora nessuno è riuscito a osservalo.
Ed è qui che entra in gioco la nuova ricerca, appena pubblicata sull’Astronomical Journal. Secondo i suoi autori infatti le anomalie si possono spiegare anche senza l’aiuto del pianeta nove. Basta immaginare che i piccoli corpi celesti della fascia di Kuiper formino un disco che si estende oltre l’orbita di Nettuno, con una massa totale paragonabile a quella proposta per il pianeta nove. E le anomali osservate, di colpo, svaniscono. “Se rimuovi il pianeta nove dal modello, e inserisci al suo posto un numero elevato di piccoli oggetti dispersi in un’area molto ampia, le forze di attrazione esercitate collettivamente da questi possono rendere conto delle orbite eccentriche osservate in alcuni Tno”, spiega Antranik Sefilian, un dottorando di Cambridge che ha partecipato alla ricerca.
Qualcosa del genere era già stato ipotizzato anche in passato – ammette lo stesso Sefilian – ma i nuovi calcoli sono i primi che riescano realmente a rendere conto delle traiettorie osservate. Anche se per farlo c’è bisogno di avanzare un’ipotesi aggiuntiva, e al momento impossibile da confermare: la massa totale degli oggetti presenti nella fascia di Kuiper dovrebbe essere diverse volte superiore a quella della Terra, mentre sommando quelli scoperti fino ad oggi non si raggiunge neanche un decimo di quella del nostro pianeta. Un’ipotesi aggiuntiva e priva di conferme empiriche, dunque, ma piuttosto plausibile.
I modelli utilizzati per studiare la formazione dei pianeti prevedono infatti la presenza di grandi quantità di detriti nelle zone più esterne del sistema solare. E anche le osservazioni di strutture analoghe alla fascia di Kuiper situate attorno ad altre stelle puntano in direzione simile. Insomma: è presto per dire cosa si nasconda realmente nei recessi più esterni del nostro sistema solare. Ma la presenza di un pianeta misterioso non è l’unica spiegazione possibile per i fenomeni osservati. “Entrambe le ipotesi potrebbero rivelarsi vere per quanto ne sappiamo – conclude Sefilian – oltre Nettuno potrebbero nascondersi sia un enorme disco di detriti che un nono pianeta. Con ogni nuovo oggetto transnettuniano che viene scoperto, d’altronde, continuiamo ad accumulare nuovi dati che prima o poi ci aiuteranno a spiegarne con precisione il comportamento”.
Di: Simone Valesini
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